L’adolescente Antonio, per mezzo di una borsa di studio, riesce ad entrare nella stessa scuola in cui ha avuto la possibilità di studiare Giovanni Falcone, il magistrato assassinato dalla mafia il 23 maggio 1992. Sulla scia del ricordo del sacrificio di Falcone e grazie agli insegnamenti del suo educatore, Antonio è spinto a confrontarsi sul concetto di legalità e sul senso della giustizia, che si manifestano anche con piccoli gesti quotidiani, quando mostra l’intenzione di voler truccare una partita di calcio con i compagni.